37° Rapporto Congiunturale e Previsionale Cresme
Le fasi espansive fuori scala e in tempi brevi delle costruzioni determinano, con l’esaurirsi degli stimoli, il ritorno repentino a fasi di spesa più contenute, lo shift tra riqualificazione e opere pubbliche non è sufficiente per tenere in positivo tutto il mercato.
Le opere pubbliche stanno trainando il mercato delle costruzioni. Come previsto si è verificato il passaggio di testimone tra il mercato della riqualificazione privata e quello delle opere pubbliche: “scendere per salire su un altro treno” era lo slogan che avevamo usato guardando avanti nel XXXIII Rapporto Congiunturale del CRESME. E così le cose stanno. Ma una corretta lettura di quello che sta succedendo necessita di due metafore di riferimento per capire meglio: la prima è quella delle “montagne russe”; la seconda è quella della “forza inerziale”.
Che le costruzioni stiano vivendo una fase ciclica fuori scala ce lo dicono i dati, sia quelli delle opere pubbliche sia quelli della riqualificazione privata. Pochi numeri ci aiutano a comprendere. Dal 2014 al 2020, la media annua degli importi delle gare di opere pubbliche aggiudicate è stata di 15 miliardi di euro; nel 2021 si sale a 50 miliardi in un solo anno, nel 2022 a 59, nel 2023 a 95. Il mercato delle opere pubbliche del 2023 è grande 6,3 volte quello della media annua dei nove anni che vanno dal 2012 al 2020. Nei primi sei mesi del 2024 il calo delle aggiudicazioni è del -64%. Certo ora bisogna fare i lavori, e quelli del PNRR, che sono solo una parte di questo mercato, in poco tempo. E quindi il mercato è cresciuto moltissimo. Ma dopo? Cosa succederà dopo è uno dei temi che verranno affrontati nel XXXVII Rapporto del CRESME che si terrà il 4 dicembre a Milano al Centro Congressi della Cariplo. Di certo ci sarà da attendere una importante correzione.
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