Casa Frida, palazzina in stile liberty in provincia di Varese

Il recupero di un edificio storico in disuso ha coinciso con la particolare attenzione dei proprietari nei confronti dell’ambiente e alla loro volontà di non contribuire allo sfruttamento di altro suolo. Il loro desiderio era anche quello di avere un’abitazione che fosse il più possibile a impatto zero, attraverso un impianto con pompa di calore, VMC, riscaldamento a pannelli radianti, fotovoltaico.
Nato in Francia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, l’Art Nouveau si contraddistingue per la sua armonia ed eleganza decorativa. Il movimento, diffusosi anche in Italia sotto il nome di Stile Liberty, ha avuto un ruolo chiave nella storia dell’architettura del XX secolo. Casa Frida ne è una degna rappresentazione e racconta la seconda vita di una palazzina risalente al 1920 che in origine era la sede della vecchia bocciofila di un paese in provincia di Varese.

Luca ed Alessandra, i due giovani proprietari, hanno deciso di acquistare due delle quattro unità disponibili per creare un unico spazio abitabile pari a circa 150 mq e ricavarne una casa semi-indipendente. Per l’esecuzione si sono affidati all’architetto Giulio Renzi di Deonstudio che li ha seguiti durante l’intero percorso, durato tra fase di progetto e realizzazione circa due anni. La mancanza di elementi all’interno che valesse la pena preservare ha agevolato la presa di decisione comune di creare una netta contrapposizione preservando intatta la facciata esterna, creando ambienti più consoni ad un abitare e ad uno stile di vita dinamico e moderno. “Era chiaro che la contrapposizione tra esterno ed interno dovesse essere netta, radicale e onesta testimonianza di un cambiamento di epoca. Abbiamo pertanto rimarcato le identità degli opposti, cercando di lavorare all'interno su una configurazione degli ambienti purista” ha detto l’architetto Giulio Renzi.

Il risultato è una realizzazione che ha coinvolto diverse maestranze e artigiani locali intervenuti al recupero di preziosi elementi esterni quali gli affacci e il cancello. All’interno dell’immobile la configurazione degli ambienti è invece sobria ed elegante, un effetto di pulizia e freschezza che enfatizza la luce naturale e trasmette sensazioni di pace e serenità, senza risultare eccessivamente minimal.

Tutto il piano terra è destinato alla zona giorno. Un porta a scomparsa a doppia anta conduce ad un’area più riservata, adibita a studio. La porta a battente a lato invece conduce ad un piccolo bagno. In entrambi i casi, quando i pannelli porta sono chiusi, lungo tutta la parete si crea una perfetta continuità visiva, completamente priva di sporgenze. Gli elementi utilizzati sono sostanzialmente tre: cemento, legno e soprattutto luce. Tra i materiali scelti, la resina è presente ovunque tranne che nelle camere dove è stato invece posato un parquet in rovere, mentre sulle pareti dei bagni è stato utilizzato un rivestimento in gres porcellanato effetto 3D.
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